Basterebbe conoscere l’articolo 3 della Costituzione per sostenere che chi fa propria la battaglia per le pari opportunità in realtà non ha inventato nulla. Eppure c’è chi deve la propria esistenza politica a tali battaglie, visto che – purtroppo – esiste ancora qualcuno che ancora fa differenza tra bianchi e neri, uomini, donne o gender fluid, amici e nemici.
Fa bene ricordarlo: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Se tutti sono “eguali”, se tutti hanno “pari dignità”, perché allora chi rivendica continuamente l’uguaglianza non fa altro che ostentare le (presunte) differenze?
Non sarà l’uso di asterischi o shwa ad affermare le pari opportunità. Non saranno le quote rosa ad abbattere il gender gap. Le donne non sono una specie protetta. Sono professioniste, operaie, lavoratrici, disoccupate, alcune di loro sono mamme che non hanno bisogno del bollino rosa per emergere nella società. Hanno bisogno che lo Stato si prenda cura di loro, fornendo loro i servizi in modo che possano esprimere al meglio le proprie potenzialità. E lo stesso vale per gli uomini. Altrimenti il “buongiorno a tutte e a tutti” diventa solo pura ipocrisia, chiacchiere. E, francamente, siamo stanchi delle chiacchiere.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. (Art. 3 – Costituzione della Repubblica Italiana)
Ci sono momenti in cui qualcuno dei più accaniti sostenitori del principio di pari opportunità perde la memoria. E così, magari, quando ricoprono incarichi pubblici, amministrativi, quando maneggiano soldi dei cittadini, ricordano di avere famiglia, amici, compagni di partito da accontentare o da sistemare. È in quel momento che le “pari opportunità” vanno a farsi benedire, con buona pace della retorica e degli asterischi. Bandi su misura, affidamenti diretti, spintarelle varie, pioggia di denaro dei cittadini, magari degli stessi cittadini che si fanno un mazzo incredibile per sbarcare il lunario.
«La legge lo consente» dice qualcuno. Va bene, ci prendiamo anche questo schiaffo. Ma le battaglie per le pari opportunità dove sono finite? Non ci eravamo detti che tutti dobbiamo avere le stesse possibilità? Che non ci devono essere distinzioni? Che non si può fare figli e figliastri? Ve lo siete dimenticato?
Per favore, smettetela con gli asterischi. Perché quegli asterischi fanno rabbia se adottati da chi ancora usa mettere le mani sulla spalla, apre scorciatoie, si prende beffa dei figli di nessuno.